DELUDENTE. Voto: 1,5 su 5
Autore: Antonio Coppola. Editore: Amazon. Anno: Settembre 2023. Pagine: 258. Genere: Narrativa
Ho acquistato questo romanzo perché appartiene ad una serie del “villaggio” che mi ha molto incuriosito. Il “villaggio” in questione è un qualsiasi paese della pianura vesuviana negli anni ’70 e ’80, sicuramente riconoscibile dai toponimi utilizzati da Coppola, ma non per me.
Il romanzo narra la vicenda di Michele, che da ragazzo lascia il “villaggio” per motivi di lavoro. Dopo anni al nord, Michele è costretto a tornare. D’accordo con la fidanzata Veronica, ma con la speranza di potere prima o poi di tornare, abbandona la sua carriera di carabiniere e accantona il progetto di matrimonio per essere d’aiuto alla famiglia in grave difficoltà economica, e non solo, dopo un paio di lutti improvvisi.
Michele trova il “villaggio” decisamente cambiato. Si susseguono anni durante i quali cerca di fare quadrare le cose, quasi mai riuscendoci, con l’inguaribile piaga del fatto che Veronica di punto in bianco gli impone di non cercarla più, di dimenticarla.
Premesso che scrivere non è sicuramente il lavoro del signor Coppola, che sicuramente egli ha voluto solo mettere nero su bianco situazioni che conosce e che ha vissuto, dal mio punto di vista – chiamiamolo “tecnico” – il romanzo e il suo stile si possono suddividere in tre parti distinte.
La prima e l’ultima seguono un modello diaristico, e per essere apprezzabili queste pagine avrebbero dovuto essere molto più raffinate: troppe le nozioni, le divagazioni, le emozioni e i fatti che dovevano essere condensati se non proprio tagliati. Per dirla molto terra terra, queste pagine sembrano scritte da un ragazzo delle medie che scrive molto più di quel che serve pensando di fare colpo…
La parte centrale è molto interessante in quanto prova a spiegare, con le giuste situazioni narrative, il perché e del percome nel napoletano sia nata ed esista oggi la Camorra, domande cui Coppola riesce a rispondere solo in parte. Qui lo stile è più maturo e accogliente verso il lettore.
Nel finale, come già scritto, si torna alla mediocrità iniziale. Dilungandosi, e con qualche libertà narrativa di troppo, e l’immancabile lieto fine, l’autore cerca di giungere al senso di tutta la sofferenza vissuta dal protagonista a causa dell’atteggiamento di Veronica. Qui la narrazione mi ha fatto, pensare “guarda un po’ come sono capaci di farsi male da soli gli uomini (e le donne)”.
E’ forse questo pensiero il senso di tutto il racconto?
Come sempre, una volta finita una recensione negativa ho dato un’occhiata a quelle che ho trovato on line per smussare qualche angolo, per capire se mi è sfuggito qualche cosa d’importante. Ne ho trovate solo su Amazon e mi ha sorpreso assai il livello di voti alti e di complimenti ricevuti dall’opera. Ho subito pensato di avere preso una topica, che il genere, che non amo, mi avesse fatto essere troppo severo poi…
Ho provato una infinita tristezza davanti a numerose belle recensioni col massimo dei voti, con ogni evidenza tarocche in quanto fatte letteralmente col copia e incolla…
“Ritorno al Villaggio, di Antonio Coppola“: tutte le RECENSIONI
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