Autore: Alberto Angelici. Editore: Amazon KDP. Anno II edizione: 2017. Pagine: 256. Genere: Racconti
Mai aveva visto Giuliana correre, mai. Resta impalato a guardarla e un tremito gli prende le membra. Siede a terra, il fiato rotto da un singhiozzo strano, il cuore che gli urla nel petto, mentre un innato buonsenso rifiuta l’evidenza di ciò che sta vedendo.
“Padre, padre… guardate, corro, Corro!!”
Alberto Angelici è il primo amico ‘esordiente’ che recensisco. Ci siamo conosciuti tanti anni fa attraverso Viaggiatorionline.com, su cui pubblicai diversi suoi racconti di viaggio e foto che molto mi emozionarono e fecero riflettere. La premessa è doverosa perché poteva diventare complicato essere imparziale se la raccolta di racconti Farfalle di carne – date le premesse – mi avesse deluso. È andata bene e dico subito che alcuni racconti sono proprio belli, due su tutti.
“Il miracolo del fico” mi ha fatto tornare bambino, quando in casa i miei genitori (nati tra le due guerre) e i nonni parlavano spesso di “santoni”, esoterismo, spiriti dei defunti e dei fatti apparentemente inspiegabili che succedevano spesso e volentieri in campagna… Crescendo e leggendo, oggi credo che sia innegabile che tra i vecchi di una volta (personaggi che in tante parti di mondo esistono ancora) c’era chi accumulava o perpetuava conoscenze arcaiche, conoscenze che dovevano apparire come vere magie, santerie, o addirittura miracoli!, alle persone più semplici. In ogni caso, quei (apparentemente) strani rituali arrivavano spesso dove non riusciva la medicina povera di quei tempi. Quel racconto sintetizza tutto questo con uno stile, chiamiamolo così, agreste, delicato e al contempo forte come uno scatto in bianco e nero. Bellissimo!
Il secondo migliore racconto secondo me è “Ivo lo sgombracantine”, ambientato nella Bologna di qualche anno fa, come la maggioranza dei racconti di questa raccolta. Dopo averlo letto, sinceramente dico che non mi dispiacerebbe se Alberto si cimentasse su un romanzo poliziesco, di indagine e di denuncia. Il protagonista l’ha già ben tratteggiato, e l’ambientazione bolognese, in cui Alberto è nato e vive e non fa mistero di conoscere come le sue tasche, sarebbe insuperabile. Magari Alberto diventerà una sorta di Camilleri in salsa bolognese…
Ma chi più e chi meno, con pochissime eccezioni, tutti i racconti di questa raccolta hanno qualcosa da dire, da dare, quindi ne consiglio molto la lettura.
“Farfalle di carne, racconti di Angelici Alberto“: tutte le RECENSIONI
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