Recensione Libri: Giorno 122, di Stefano Soli

Giorno 122 di Stefano Soli

FA RIFLETTERE SU COSE IMPORTANTI… Voto:3 su 5.

Autore: Stefano Soli. Editore: Kindle KDP. Anno : Marzo 2021. Pagine: 242. Genere: Fantasy, Narrativa

Giorno 122, di Stefano Soli

Ho appena finito di leggere questo esordiente, che proprio “esordiente” non è. Stefano Soli è infatti di uno sceneggiatore di professione. Questo libro è stato tratto da un suo film, indipendente, stesso titolo, che ha avuto una lunga e complicata lavorazione, finendo però al Festival del Cinema di Venezia, dopodiché non ha avuto la distribuzione che forse meritava.

La trama del film, al di là della sua qualità, che non conosco, è molto chiara: di genere catastrofico (distopico in letteratura), ipotizza quel che succederebbe alla nostra società in caso di terremoto globale così devastante da fare precipitare tutti gli uomini in un nuovo inizio, in cui progressi, ricchezze egerarchie perdono all’istante ogni valore

Le primissime pagine del libro hanno un ritmo fortemente accelerato, forse troppo. La storia si focalizza poi su un gruppo di sopravvissuti ad un gravissimo incidente ferroviario provocato dal sisma (ma questo si scoprirà molto dopo), con deragliamento nel mezzo di una lunga galleria: i soccorsi non arrivano, i cellulari non prendono, il mondo pare precipitato all’istante in un silenzio irreale e assoluto, pieno di dolore, di morte e di paura. Nessuno può fare nulla per i feriti gravi, e nemmeno per i successivi shock post traumatici.

Dopo giorni, i sopravvissuti si mettono in marcia. Fuori dal tunnel, strane strisce arancio che solcano il cielo portano subito il lettore fuori strada quando cominciare a capire cosa è effettivamente successo di sicuro aiuterebbe la lettura. Inizia la lotta per la sopravvivenza. Homo homini lupus, “lupo mangia lupo” è la sintesi della nuova realtà…

Vige la legge del più forte ora, non di quello che lo era prima, e mi fa sorridere il pensiero che, in fondo, sono solo cambiati i ruoli: in questa nostra vita moderna, super organizzata e tecnologizzata, la globalizzazione economica non propone un contesto poi molto differente se non che la forza la fa il profitto economico, nient’altro.

Ho continuato a leggere una realtà di una crudezza estrema all’oscuro di diverse cose (un libro non è un film, in cui i fatti sono anche visivamente lampanti), con molta fatica, devo ammettere.

La narrazione finalmente decolla, e i fatti presenti, passati e anche futuri risultano meglio amalgamati e inseriti nei vari contesti. Chiave di volta del romanzo è l’introduzione del personaggio di Mia, che risulterà essere la figlia nata post catastrofe da una delle donne del gruppo iniziale. Mia trova il diario della madre e, senza sapere né leggere né scrivere, in qualche modo impara a farlo e pian piano le si rivela il passato recente, prima che nascesse, un passato di grandi violenze e anche crudeltà, non sempre giustificate e giustificabili, nella lotta per la sopravvivenza della madre e del suo originario gruppo di scampati al disastro

E qui che l’opera trova – finalmente! – la sua sintesi, un buon ritmo espositivo e narrativo, per descrivere a fondo e con pienezza questa specie di esperimento sociale globale, di mondo capovolto dove competenze ritenute oggi fondamentali risultano completamente inutili, mentre emergono quelle si danno per scontate, quasi obsolete in questa sovrabbondanza di “sapere tutto di tutto” che ci viene da internet.

Giorno 122 stimola molte riflessioni, tanto più in tempi in cui si parla spesso di crisi climatica irreversibile, di pericolo nucleare, si rivela come testo fortemente impegnato che critica questa modernità che pare insostituibile e indistruttibile, ma così non è, che ci riduce tutti ad essere solo ingranaggi di una grande catena di produzione di denaro.

In definitiva, Giorno 122 fa pensare e ripensare a tante cose importanti e spesso trascurate della nostra vita, e solo per questo merita di essere letto.

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