Autore: Jeffery Deaver. Editore: Sonzogno. Anno edizione: 2001. Pagine: 442. Genere: Thriller, Gialli, Romanzi
UN BEL THRILLER AMBIENTATO NEL MONDO DEGLI HACKERS…
Anche se io sono e sempre sarò affezionatissimo ai mitici Lincoln Rhyme e Amelia Sachs, nati con “Il collezionista di ossa”, Jeffery Deaver non delude e coglie l’occasione per renderti meno ignorante sugli ambienti – virtuali e reali – dei computer e dell’informatica, anche se l’argomento ti è ostico. Il finale è ovviamente sorprendente, anche se avevo già intuito il colpo di scena, seppure in maniera diversa…
Un hacker è il nuovo serial killer della Silicon Valley, ma Phate – questo il nome conosciuto – sembra colpire senza apparente motivo ogni genere di persona. Le prime indagini fanno subito emergere il mondo e il metodo con cui Phate opera, e questo fa entrare in gioco la sua nemesi naturale, un tale Gillette detenuto per crimini informatici.
Inizia così la partita che ci accompagnerà fino alla fine.
Gillette identificherà Phate (ma ovviamente i due si conoscevano già benissimo) e il gioco di simulazione “Access” divenuto ormai letale grazie ad un programma che consente al killer di entrare nel computer di chiunque, anche quelli delle più grosse aziende.
Come sempre, Deaver riesce a unire le più diverse fasi emotive, dalla suspance ai sentimenti: in questo senso i suoi personaggi hanno sempre grande empatia e simpatia perché sono molto umani…
Utilizzando la via tecnologica unita alla non meno efficace via dell’indagine tradizionale, il terzo protagonista del romanzo, tale Bishop, grande detective, burbero, ma dalla grande umanità, è un vero resiliente che saprà ben destreggiarsi in un finale incandescente.
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