Recensione Libri: Sindrome Fatale, di Robin Cook

Sindrome Fatale, di Robin Cook

UN ROMANZO CHE E’ UNA PERLA…. AGGHIACCIANTE! Voto: 5 su 5.

Autore: Robin Cook. Editore: Sperling & Kupfer. Anno : Marzo 2001. Pagine: 396. Genere: Narrativa, Thriller, Saggi

Un requisito fondamentale per la ricerca della felicità è la salute, e il requisito minimo per la salute è costituito da acqua pulita e cibo incontaminato… Solo in tempi recenti l’ingegneria civile ha portato a soluzioni sostenibili per la prima… Per il secondo, dopo significativi progressi grazie alla refrigerazione, la corsa a prezzi sempre più bassi sta introducendo nuove forme di contaminazione contro le quali nessun essere umano ha scampo…”

Recensione: Sindrome Fatale, di Robin Cook
Sindrome Fatale, di Robin Cook

Ho appena finito di leggere questo romanzo, un romanzo divulgativo, assai bene documentato e informato, un romanzo che ti riempie la pancia e la testa di pensieri. Un romanzo che pare una inchiesta con tutti i crismi, con dati e fatti verificati.

Il romanzo è scritto benissimo, con elevati livelli di suspense che ti tengono incollato fino all’ultima pagina, ma per una volta non recensisco il libro, che merita un sé il massimo dei voti, ma spiegare cosa ha suscitato dentro di me.

Ho una figlia della stessa età della sfortunata protagonista della prima parte, e questo mi ha subito causato una grandissima ansia e immedesimazione nell’altro protagonista, il babbo cardiochirurgo, suo malgrado lo spartito, la trama, il braccio e anche la mente attraverso cui l’autore dipana questa – brutta, giornalisticamente parlando – storia, raccontata in forma di romanzo.

Brutta perché reale. Brutta perché attuale. Brutta perché non si conclude, non poteva concludersi, con un lieto fine. Brutta perché descrive un mondo che purtroppo esiste, ed è il mondo in cui viviamo ogni giorno, un mondo purtroppo vero.

Sono tante le cose che tutti noi vorremmo vedere cambiare e che sappiamo non potranno mai cambiare, ma di sicuro chi è capace di ragionare con la sua testa farà le sue scelte appena finito di leggere “Sindrome fatale”

Io non sono vegetariano. Mi piace la carne, anche se da sempre la consumo con moderazione. Ho una viscerale, istintiva, avversione per gli hamburger, come l’ho per le scatolette in genere. Ora che ho letto Sindrome fatale ne so perfettamente il motivo: occorre pensare alla salute propria e dei propri cari fin da ciò che mettiamo nei nostri piatti e bicchieri.

La nostra, piccola, esistenza è davvero un castello di carte…

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