RECENSIONE. Sposati e sii sottomessa, di Costanza Miriano

RECENSIONE. Sposati e sii sottomessa, di Costanza Miriano

Autore: Costanza Miriano. Editore: Vallecchi. Anno edizione: 2010. Pagine: 252. Genere: Saggi

 “Messa sotto, perché tu sarai la base della vostra famiglia…. È chi sta sotto che sorregge il mondo, non chi si mette sopra gli altri

LETTURA SICURAMENTE UTILE PER COPPIE ANCORA IN PROVA… Voto: 2,5 su 5.

RECENSIONE. Sposati e sii sottomessa, di Costanza Miriano

Ho acquistato questo libro perché avevo letto un articolo dell’autrice in cui parlava con garbo, ironia e visione cattolica delle tremende contrapposizioni pro-vax e no-vax, destra e sinistra, atteggiamenti l’uno contro l’altro che in molti casi è arrivato a demolire rapporti (familiari e amicali) consolidati.

Così eccomi a leggere questo libro il cui titolo (sottotitolo Pratica estrema per donne senza paura) mi ha fatto sorridere e rabbrividire insieme, ma che sicuramente ha catturato la mia attenzione. Un titolo “furbo” quindi, che pare fatto apposta per accendere subito violente discussioni. Leggendo, si scopre che il tema del libro è solo apparentemente e superficialmente quello che il titolo ha indotto a pensare: in queste pagine “essere sottomessa” vuol dire sì stare sotto, ma nel senso di reggere, come una pietra angolare regge un edificio.

Il libro è strutturato su lettere ricevute dall’autrice da amici/amiche che attraversano le gioie e soprattutto i dolori della famiglia o della singletudine, con o senza figli, delle sue risposte (ovviamente da un punto di vista cattolico, pur con qualche digressione di normale buon senso) e – nella nuova edizione – con l’aggiunta degli sviluppi (“come son andate a finire quelle storie?”, “Ti hanno poi ascoltata?”) di quelle storie dopo tre anni.

Una lettura piacevole nella prima parte, dove ho notato una certa alchimia tra auto-ironia e riflessioni profonde,  spesso di stampo cattolico ma non solo, una boccata d’aria in un contesto, un tempo e una società in cui prevale un certo pensiero unico di donna forte, libera, indipendente dall’uomo, sempre “felice” e “appagata”, senza che nessuna rifletta mai davvero sul fatto che questo modello (per quanto io consideri giustissimo che la donna possa godere degli stessi bonus del maschio) è difficilmente compatibile col “farsi una famiglia”…. E il risultato evidente è che nella nostra società sviluppata, moderna ed emancipata la popolazione diminuisce e diventa sempre più vecchia.

L’autrice esprime anche concetti stereotipati secondo cui l’uomo deve incarnare la guida, la regola, l’autorevolezza e la donna deve uscire dalla logica dell’emancipazione e riabbracciare con gioia il ruolo dell’accoglienza e del servizio,  concetti che io personalmente, per la mia esperienza sul campo, non condivido in quanto al giorno d’oggi convivere e soprattutto allevare i figli insieme è un’impresa che si realizza solo se entrambi i partner fanno fa loro parte, arrivando persino ad essere intercambiabili.

Ma nonostante nella seconda parte l’autrice continui ad insistere sulle stesse risposte e abbia sempre un consiglio e una soluzione per tutti come se fossimo tutti uguali, senza mai mostrare una vera empatia per chi i problemi di coppia li ha, e non sempre si possono risolvere, nel complesso questo libro può aiutare a riflettere più di una coppia, magari prima di mettere su famiglia.

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