Creta è uno spicchio d’Europa appena al largo dell’Africa, presenza che si nota fin dall’architettura delle case: dove la tradizione è sopravvissuta, i tipici intonaci tirati a calce si sposano a linee che si trovano solo nelle casbah o medine. È un tratto, questo, che qui emerge anche nei suoi abitanti, solo di primo impatto schivi, o persino severi, ma pronti a ad aprirsi e ad accogliervi da perfetti ospiti nelle loro stesse case se solo si mostra genuina curiosità, o se ci si rivolge loro con qualche parola di greco.
I 250 chilometri, da est a ovest, dell’isola sono comodamente percorribili (lato nord) lungo una sorta di super strada, la cui corsia di emergenza va usata dai veicoli lenti al fine di agevolare i sorpassi. La costa meridionale è invece servita da brevi strade che spesso scavalcano la dorsale centrale, montagnosa, che si dipartono dalla New Road.
L’oriente di Creta.
Più vicina alla moderna capitale Iraklio, questa parte ha conosciuto prima il turismo… e si vede! La famosissima la spiaggia di Vai viene presa quotidianamente d’assalto da decine di pullman granturismo, ma è sopravvalutata: sarebbe del tutto normale se non fosse immersa in un grande palmeto, l’unico in territorio europeo.
Meglio la vicina Itanos, o Xerokambos, più a sud, una spiaggia praticamente deserta, bagnata da una piscina naturale ricca di pesciolini curiosi, che si raggiunge beandosi dei ricchi contrasti cromatici offerti da terre color melanzana e dal mare azzurro. Da non perdere l’isola di Hrissi, un incanto, un angolo di Caraibi in pieno Mediterraneo. Il traghetto parte in mattinata da Ierapetra alle 10 circa e sbarca a sud dell’isola, accanto a diverse belle spiagge.
La migliore, Golden Beach, si trova camminando direttamente verso nord. Se amate la movida, il caos, la birra e le conquiste “facili”, una notte a Mallia è decisamente la scelta giusta.
La Natura… I miti…
L’altopiano di Lassithi è senz’altro uno dei top spot della parte centrale dell’isola. Spettacolare la strada che s’inerpica attraverso Zenia e Amigdali, uno Stelvio in miniatura fino al valico. Qui ci si affaccia su un altro mondo, una grande piana circolare intensamente verde, ricca di alberi da frutta, noci e castagni, punteggiata dalle macchie bianche di migliaia di mulini a vento. Chi ha fantasia da vendere, troverà affascinante inseguire il mito nella Grotta di Zeus nel monte Ida, altrimenti si rimarrà facilmente delusi in quanto la grotta, bene attrezzata, non ha niente di particolarmente attraente.
Non serve inventiva a Cnosso, a sud di Iraklio, in parte ricostruita come doveva essere 3000 anni fa. Il sito è affascinante per tutti, ma soprattutto per chi è alle prime armi in materia, meglio se accompagnati da una guida, cartacea o parlante. I puristi dell’archeologia possono proseguire verso sud e approfondire a Festos la conoscenza della civiltà minoica, con finale in tema nella bella spiaggia di Matala, la cui scogliera è ancora oggi punteggiata delle grotte naturali nell’antichità utilizzate come abitazioni.
Vlichádia, raggiungibile da Plaka, è una bella location da film. Dove termina la strada asfaltata, una scalinata porta ad una piccola baia. La spiaggia, fatta di infiniti ciottoli grossi, perfettamente candidi e levigati, il mare, verde e azzurro e poi sempre più blu, e infine l’isola di Spinalonga, con l’antico lebbrosario, di fronte, danno vita ad una formidabile scenografia.
Più a ovest della capitale, Rethimnon – fino a inizio XX secolo vivace città di commerci – è sede di una fortezza veneziana che pare volersi gettare in mare. L’adiacente porto è carino, ma perde il confronto con quello di Xania, l’antica La Canea veneziana, capitale di Creta fino al 1971. Qui l’architettura veneziana è stata ovunque riportata all’antico splendore con accurati restauri alle facciate delle case, ma si hanno grandi sensazioni anche nel passeggiare per i vicoletti dell’ex quartiere ebraico di Kastelo, sopra il porto, tra colori, profumi e atmosfere tranquille, dal sapore antico.
L’ovest di Creta.
È la parte che regala più emozioni. Balos, nota anche come Gramvoussa, si trova sulla punta settentrionale della penisola più a occidente. Lo sterrato finale di 7 chilometri per raggiungerla è molto duro, ma dirupi che tolgono il fiato e scorci da cartolina ripagano abbondantemente di tutti gli scossoni. Arrivati al capolinea, dopo un ultimo colpo d’occhio al panorama e avere camminato per 40 minuti, meglio se con un paio di scarpe chiuse, si emerge in un surreale paesaggio marino bianco, blu e azzurro.
Il rapimento continua a Elefonisi specie se si parte molto presto oppure si pernotta nei paraggi, in modo da godere appieno il luogo prima che i tour organizzati vi scarichino migliaia di turisti. La baia e la prospicente isola, facilmente raggiungibile a guado, di sabbia molto chiara e fine, dalle tonalità rosate, formano una piccola laguna di acqua trasparente e calma. La stessa strada per Elafonisi vale da sola il viaggio. Consigliata una sosta al delizioso monastero di Moni Hrissoskalitissa, costruito in cima di una piccola collina a strapiombo sul mare. Il contrasto tra il suo candore, l’azzurro del cielo, il blu del mare e le ricche fioriture invoglia a scattare molte foto. In seguito si incontra Milia, villaggio ecoturistico di case di pietra costruite, accessori compresi, secondo antiche architetture isolane. Vi si può pernottare a prezzi più sostenuti della media, ma vale la pena. Falassarna, più a nord, è una bella e lunga spiaggia.
A Preveli, nel sud, passato il paese di Plakias, è forse è meglio evitare di scendere fino all’affollato arenile, una lingua di sabbia granulosa tra mare e fiume, e limitarsi a contemplare il panorama dall’alto anche se una rinfrescante passeggiata a risalire il fiume, tra palme che facilmente richiamano il mondo salgariano, è una bella esperienza. Da visitare invece il vicino monastero di Moni Preveli, uno dei più affascinanti di tutta l’isola.
La discesa di 16 km lungo le Gole di Samaria, da quota 1220 metri fino al mare, è il valore aggiunto di un viaggio a Creta. Si cammina in una natura intatta, tra pini sempre verdi e pareti scoscese, in un paesaggio che sembra strappato da una delle nostre vallate alpine. Il trekking, pur lungo, non è particolarmente faticoso e lo si percorre comodamente in 5/6 ore. A metà discesa le pareti della gola, alte 300 metri, si restringono fin quasi a toccarsi: appena 3 metri il passaggio verso la fine. Poco oltre si possono immergere i piedi nella piacevole frescura del mare di Agia Roumeli, prima di salpare per Loutro, un bel paesino di candide case, raggiungibile solo via mare o a piedi. Rilassatevi in uno dei piccoli bar o taverne osservando tipiche scene di vita locale. I vecchi del paese sembrano sbucare da un altro secolo, e non certo per l’abbigliamento tradizionale: quei volti scolpiti sanno di antica Grecia. Di qui, se l’escursione è stata intelligentemente effettuata con un’agenzia organizzata, un altro traghetto riporta a Hora Sfakion dove è in attesa il pullman che già all’alba vi aveva prelevato all’hotel per portarvi a Xyloskalo, punto di partenza delle Gole di Samaria.
Ma Creta non è tutta qui. Soprattutto ora, a fine estate, o in autunno, la stagione che i cretesi considerano migliore, l’isola offre centinaia di altri angoli di mare o di natura, di panorami senza fine. Il poco turismo, il clima ancora mite e sereno, permettono inoltre di apprezzare maggiormente l’autenticità degli isolani che in questi mesi si riappropriano di quella tipica pigra indolenza che solo chi ha imparato la felicità di vivere giorno per giorno conosce bene.