Senegal è… Le meraviglie del Senegal

Meraviglie del Senegal

Senegal èDakar, che raccoglie etnie del nord e del sud, un quinto dell’intera popolazione senegalese, un avulso insieme di modernità, di testimonianze coloniali tutto sommato recenti, di professioni lecite, di commerci insoliti.

Senegal è… la vitalità che ammanta ogni via attorno alla Place de l’Indipendence, punto obbligatorio di partenza di ogni visita, come tappa di ogni aperitivo pre-cena.

Senegal è… il coloratissimo mercato di Sandaga, dove ho persino trovato – incredibile ma vero – un fanale originale per la mia Guzzi d’epoca tra parrucche di vero capello, statue di finto mogano o ebano e moderne giapponeserie.

Senegal ètoubab, il termine che i senegalesi riservano non molto affettuosamente ai turisti più turisti.

Senegal è… il mercato del pesce a Soumbédioune dove fino a notte pesci spada, marlins, tonni, barracuda, snappers e threadfin giganti vengono eviscerati da specifici addetti e squamati da altri, in un ordine gerarchico preciso e antico, un ordine che si basa su categorie di intoccabili di cui il Senegal abbonda, come le donne che pestano il grano, uno dei mestieri tra i più umili in assoluto.

Senegal è… odori inebrianti della cucina proposta dai mille ristoranti e dai mille banchetti che offrono ogni specialità, comprese le dozzine di piccole, ma gustose ostriche dell’Atlantico a 5 euro la dozzina a Pointe des Almadies, la punta più occidentale dell’Africa.

Senegal è… i murales del Set Setal, scene un po’ truci che fanno opera di modernizzazione morale e politica.

Senegal è… la ben visibile ricchezza importata dai bianchi, ma esaltata dai neri e dall’atmosfera africana come ad esempio il palazzo presidenziale eretto da Leopold Sedar Senghor, primo presidente del Senegal indipendente, nonché poeta e scrittore, padrino e non padre del concetto di negritudine (“La negritudine è il patrimonio culturale, il valore e soprattutto lo spirito della civiltà negro-africana. La negritudine è una qualità del sentire che l’uomo nero porta con sé costantemente, è la matrice della sua identità umana profonda non solo una forma di orgoglio razziale su cui costruire la rivolta all’oppressione bianca”).

Senegal è… la splendida Gorèe, isoletta a pochi chilometri da Dakar, in mezzo all’Atlantico, fino al secolo scorso famigerato centro di raccolta degli africani catturati. Tranquilla la spiaggia, tra l’altro animata da turisti e giovani senegalesi, accanto al molo. Gorèe conserva ancora oggi la sua atmosfera anche se numerosi sono gli edifici in via di ristrutturazione-costruzione visto che i turisti arrivano ogni anno sempre più numerosi.

Senegal è… le piazzette di Gorèe che si aprono tra le piccole strade, tra i panni stesi ad asciugare al caldo sole atlantico e le cascate di bouganvillee che cadono dalla sommità di alte mura protettive.

Senegal è… l’ancora impressionante la Maison des Esclaves, nel cuore della cittadella, una casa anonima le cui stanzette ospitavano anche trenta o quaranta schiavi alla volta prima che venissero imbarcati e spediti nelle Americhe in anguste galere che li avrebbero anzitutto decimati.

Senegal è… salutari abbronzature e passeggiate sulle belle spiagge della Petite Côte e di Cap Skirring.

Senegal è… immutato e immutabile spaccato d’Africa rivissuta pari pari a come era nella mia immaginazione a M’Bour, nel vortice di uomini, colori e aromi del suo mercato del pesce col suo spettacolo di milioni di filetti di pesce essiccati a sole o affumicati all’aria.

Senegal è… immutato e immutabile spaccato d’Africa Nera del Parco Nazionale Niokolo Koba che nulla ha da invidiare, se non le più attrezzate strutture ricettive, ma questo è tutto sommato un pregio, ai parchi kenyoti o tanzaniani o sudafricani e che offre tante di quelle specie e diversità che valgono, da sole, il viaggio.

Senegal è… il Parco Djoudj, 70 chilometri da Saint Louis, che in inverno accoglie qualcosa come tre milioni di uccelli migratori di oltre 400 specie differenti.

Senegal è… il Lac Retba, 40 chilometri da Dakar, più conosciuto come Lago Rosa. Ed è davvero rosa questo lago a causa di un batterio che colora le sue acque, tra l’altro tanto salate che ci si può quasi camminare sopra. Scherzo, ma rendo bene l’idea di quanto è irrinunciabile e divertente farci un bagno. L’acqua è profonda non più di due metri, ma è consigliabile non avere sulla pelle ferite piccole o grandi, e non tenere mai gli occhi aperti, oltre naturalmente a lavarsi subito dopo in una delle numerose fontanelle alimentate dall’acqua del sottosuolo, dolce e priva di sale, che si trovano a pochi metri dalle sue rive.

Senegal è… baobab, grandi alberi che col passare degli anni si spaccano, e i cui interni permettono da sempre ai senegalesi di avere stalle, magazzini e tombe (la loro spiritualità impediva usare la terra) con nessuna fatica.

Poco a sud di Dakar vi è un’estesa foresta di baobab, mentre all’interno sono visibili e visitabili alberi centenari che possono comodamente accogliere una dozzina di persone.

Senegal èCasamance, splendide dune costiere, splendida spiaggia per gustarsi un meritato relax, ma anche splendide escursioni nelle foreste inframezzate da risaie e dagli acquitrini creati dal delta del fiume Casamance.

Senegal è… Sahel senegalese – sahel significa al limite del deserto – la battaglia senza tempo e senza fine contro l’avanzare del Sahara, un limite sempre difficile da definire e stabilire perché si sposta ogni anno sempre più a Sud. È una delle conseguenze dell’harmattan, il vento che porta con sé sabbia giallastra e secca del Sahara, che trasforma pianure verdi prima in savane e poi in aridi deserti. Alcune popolazioni tagliano le piante, seminate con lo scopo di frantumare il vento e trattenere la sabbia, per cucinare, costruire case, mobili e utensili. Altre recepiscono il tenace e costante messaggio di sensibilizzazione governativa e il lavoro di rinverdimento sembra dare qualche frutto. Ho visto coi miei occhi certe aree che avevano un “prima” fatto di abbandono e deserto, e un “dopo” di piantagioni verdi che prosperavano anche con poca acqua, di case costruite sopra o accanto i vecchi villaggi ricoperti di uno strato di sabbia rossiccia, un vero lifting operato dall’opera umana contro l’avanzare del tempo e della decadenza.

Senegal è… tutto questo e anche molto altro che non ho avuto tempo di vedere.

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