Viaggiare…

Tirolo: un ponte tra terra e cielo…

L’arrivo in Tirolo si sente, si annusa e si vede nei continui rintocchi delle campane, nelle fragranze genuine che forni a legna spandono nell’aria purissima e nei crocefissi che punteggiano le strade come pietre miliari, oggi come duecento anni fa…

Per una volta non è necessaria alcuna fantasia per vedere la fiaba perché silenzio, fragranza d’abeti, casette di legno coi fiori e le tendine a quadretti alle finestre, pantaloni di cuoio al ginocchio, cappelli di feltro a cono, morbidi paesaggi dai colori tanto immacolati da sembrare spesso finti e gli jodler, i caratteristici canti gorgheggiati che echeggiano per le valli, suggeriscono a chiunque l’idea d’essere dentro ad un grande presepio.

La profonda religiosità dei tirolesi si manifesta nella celebrazione delle sante messe, nelle processioni e nei pellegrinaggi che coinvolgono tutta la popolazione, nella venerazione della Madonna, degli angeli e dei santi, ma soprattutto nelle famiglie, dove ancora si prega prima e dopo i pasti e si recitano ogni giorno l’angelus e il rosario, e tutto ciò ha preservato luoghi e tradizioni.

Un po’ di storia

Non si può capire il Tirolo senza sapere perché è così devotamente cattolico. Fin dal 1700 numerose missioni gesuite l’hanno trasformato in una “santa terra”, caratteristica sopravvissuta ed uscita rafforzata dall’aspro confronto con il calvinismo e il luteranesimo, dilaganti nelle vicine Svizzera e Germania e poi in tutto il Nord Europa, che l’Impero Asburgico impose con la forza.

Con la loro fede oscurata, i tirolesi sostennero una specie di Chiesa clandestina.

Dall’esilio cui erano costretti, i parroci quotidianamente “percorrevano travestiti quelle valli e vi celebravano i santi misteri ora nei granai, ora nelle grotte, ed ora anche nel più fitto delle selve”, oppure “I penitenti facevano molte leghe di viaggio per trovare un confessore, le donne che erano vicino al parto si recavano in qualche villaggio, nel quale si sapeva esser nascosto un vero prete, perché il futuro neonato avesse dalle sue mani il santo battesimo, i malati si facevano trasportare altrove per ricevere il santo viatico…”, narrano le cronache scritte dell’epoca.

La popolazione difese e nascose sacerdoti e fede cattolica contro i soprusi finché nella primavera del 1809, sotto il regno bavarese imposto da Napoleone, tutto divenne troppo duro da sopportare e insorse militarmente, sconfiggendo più volte i nemici, francesi compresi, alla guida di Andreas Hofer, un oste della val Passiria poi divenuto simbolo del Tirolo libero. L’indipendenza fu breve, eppure sufficiente a forgiare definitivamente l’anima di questa terra.

Innsbruck

L’alternarsi di prìncipi tirolesi, imperatori asburgici e bavaresi è ben visibile nel centro di Innsbruck, letteralmente “ponte sull’Inn”, completamente pedonale. Particolare è il Neuer Hof, residenza dei principi del Tirolo, caratterizzato dal Goldenes Dachl, il Tetto Dorato simbolo della città, costituito da 2657 tegole di rame dorato luccicanti su un balcone riccamente decorato con rilievi e affreschi, costruito nel 1358.

All’interno dell’edificio si trova il Maximilianmuseum (museo dedicato a Massimiliano) e proprio di fronte si erge la Stadtturm, torre del 1300 su cui vale la pena salire per ammirare un bel panorama. Merita una sosta anche la cattedrale barocca di San Giacomo (Se Jakob), non fosse altro per l’illusione ottica che regala la sua visione dall’interno: il tetto sembra una cupola, ma in realtà è piatto.

L’Hofburg, palazzo imperiale degli Asburgo che ospitò, tra gli altri, anche l’imperatrice Sissi, e l’annessa chiesa, Hofkirke, si trovano sulla Rogasse, una delle più belle vie d’Europa.

L’architettura tardo medioevale è perfettamente visibile nei portici e nelle facciate delle case, alte e strette, spesso magnificamente affrescate. Il fascino di questa via raggiunge l’apice durante le feste natalizie quando è rallegrata da musiche, ghirlande di vischio con fiocchi rossi e vetrine scintillanti piene di cioccolatini Mozart Kugeln, e nell’aria si diffondono gli aromi di Pan pepato e Zelten (panettone natalizio di frutta secca) appena sfornati, di vin brulè, tipica bevanda tirolese con vino, mele e cannella, miscelato su appositi calderoni.

La Rogasse termina in Piazza Duomo, uno spazio aperto esaltato dalle maestose cime di Tux e dello Stubai sullo sfondo.

Sedete e rilassatevi in una delle tante birrerie lungo lo Hofgarten per saziare l’appetito con buon pesce di Amburgo accompagnato da ottima birra austriaca, una simbiosi di montagna e di mare strana quanto gustosa.

Fermi per un po’, noterete che la maggior parte della gente si muove in bicicletta anche per uscire la sera. Non è un caso: il Tirolo è diventato il paradiso dei cicloturisti da quando ha attrezzato la lunga pista ciclabile, adatta tutti, anche ai bambini, che segue tutto il corso dell’Inn per centinaia di chilometri, in massima parte lontano dalla strada. Lo stesso fiume, antica e battuta via centroeuropea come dimostrano i numerosi castelli che vi si affacciano, non è il solito torrente alpino, ma una sinuosa strada d’acqua cui il sole strappa continui e intensi riflessi acquamarina.

Ricchissimo, in ogni giorno dell’anno, il programma culturale di Innsbruck (informazioni su www.imst.at).

Mondi meravigliosi

Solo cinque minuti di funivia separano Innsbruck dal Wanderungen, da lunghi trekking sulla montagna tutti ben segnalati e attrezzati con aree pic-nic e rifugi. Solo poco più lontane – ricordate di acquistare l’obbligatoria Vignette se vi muovete sulle autostrade, per il resto completamente gratuite – si trovano la splendida regione di Seefeld, il già citato Stubai col suo ghiacciaio e un paesaggio roccioso dall’aspetto selvaggio ed al contempo romantico, e le acque blu del lago alpino Achensee, il più grande del Tirolo.

Ma la vera attrazione è appena al di là del confine, in Baviera, nel fiabesco castello di Neuschwanstein nei pressi di Füssen. La sola vista da lontano dell’irreale costruzione candida, che pare lievitare sulla foresta, vale l’intero viaggio: è un lampo di fantasia, un tributo alla creatività umana, alla meraviglia.

Rimani lì, non puoi fare altro che guardarlo (o anche immaginarlo) con la neve, galleggiare sulle nuvole basse, oppure all’alba o al tramonto, o ancora in una notte di luna piena: è pura magia, il trionfo della fiaba.

Non per niente ispirò le fiabe animate di Walt Disney. Si può completare l’escursione in Bavaria col castello di Linderhof, in stile barocco, vicino a Ettal, e quello di Herrenchiemsee, sul lago Chiemsee, copia carbone del Palazzo di Versailles, compresa la meravigliosa “Sala degli Specchi”.

Wattens, a circa 10 minuti d’autostrada da Innsbruck, ospita un altro universo da favola, lo Swarovski Kristallwelten (Mondi di Cristallo Swarovski), nelle cui sale orsi e cavalli, pendenti e girocollo, alberi e orologi, giullari e ballerine, tutti di cristallo, sembrano prendere vita sulle ali di luci e suoni magistralmente orchestrati.

Sci e doposci

Innsbruck è al centro di un grande comprensorio sciistico, l’Olympia Skiworld Innsbruck, già palcoscenico delle Olimpiadi del 1964 e nel 1976, ma il top, in questo caso, è Kitzbühel. Non ci sono storie.

Chi non ha sentito parlare almeno una volta della Streiff sull’Hahnenkamm, la gara della vita d’ogni campione di discesa libera? Chi non è rabbrividito nell’osservare atleti che talvolta scendono simili a marionette scomposte tanto la pista è difficile, nervosa, ghiacciata e, in alcuni tratti, apparentemente impossibile?

La Streiff, discesa che non ha uguali al mondo, richiama ogni anno milioni di sciatori insieme ad altri 164 chilometri di magnifici scenari sciistici che si sviluppano tra nude rocce, in mezzo a fitti boschi e tra le malghe che sovrastano appena la cittadina.

Magia, tradizione, cultura e un’atmosfera unica caratterizzano il dopo sci. Non si finirebbe mai di passeggiare nel piccolo centro pedonale. Tra case con frontoni sporgenti nello stile locale, chiese e palazzi d’epoche e stili diversi ci si rilassa e ritempra dalle fatiche delle piste respirando a pieni polmoni una pace che la neve e luci accompagnano al meglio.

Divi e personaggi del jet-set affollano la Hinterstrasse e la Vorderstrasse durante il giorno e anche di notte facendo di Kitzbühel la Cortina d’Ampezzo del Tirolo. A Kitzbühel c’è anche il Casinò, ma chi cerca qualcosa di veramente singolare può visitare a Kufstein, la città più tedesca del Tirolo, la fortezza Festung del 1200, in cui ogni giorno alle 17 in punto, l’organo degli Eroi, con circa 4300 canne il più grande del mondo, comincia a suonare concedendo un suggestivo concerto all’aperto. Compreso con il biglietto d’entrata c’è anche il giro con il trenino panoramico Kaiser Maximilian.

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