Se l’Amazzonia è il top per l’ecoturismo, chi ha meno tempo provi i viaggi avventura in cerca del giaguaro, nel Pantanal (Mato Grosso do Sul): non se ne pentirà!
Quando si parte per il Brasile, in particolare per la parte nord, si crede di poter visitare la Foresta Amazzonica vergine e incontaminata con una toccata e fuga. Impossibile farlo in una settimana, figuriamoci in 2/3 giorni! Da Manaus ci si può spostare solo in battello, e ciò richiede molto, moltissimo tempo…
Per visitare l’Amazzonia occorrono almeno 15 o 20 giorni e l’appoggio di una qualche Associazione Naturalistico-Scientifica capace di fare da interfaccia con una delle riserve naturali gestite dalle popolazioni locali. I costi sono abbordabili, circa mille euro per 15 giorni di permanenza, tutto incluso, trasferimenti compresi.
Se l’Amazzonia rimane la prima scelta per chi vuole fare ecoturismo, una alternativa grandiosa per chi ha solo 3 o 5 o 7 giorni è il Pantanal nel Mato Grosso do Sul . Ci si arriva direttamente con un volo interno da una qualsiasi delle grandi città costiere per Poconé, Campo Grande, Cuiabà o Corumbà.
Come base di partenza noi abbiamo scelto Poconé. Nata 230 anni fa grazie alla corsa all’oro, oggi vive e prospera grazie alla vicinanza col parco. Lo show inizia già in fase di atterraggio: grande è lo spettacolo del cerrado, la savana brasiliana, che verso meridione si trasforma in una palude dai colori e riflessi vivaci.
Noleggiamo l’auto in un’agenzia in città, più economica che in aeroporto, e iniziamo subito il nostro percorso di 147 km verso Porto Jofre, capolinea della Transpantaneira. Pochi chilometri ed entriamo letteralmente in un altro mondo, con sorprese quasi ad ogni metro.
Per gran parte dell’anno sommerso dall’acqua, nella stagione secca da maggio a settembre tutta la vita selvatica del Pantanal deve per forza affollarsi attorno ai relativamente pochi corsi d’acqua, e – incredibile ma vero! – è possibile osservare quasi tutta la fauna direttamente dalla strada.
Parliamo di oltre 700 specie di uccelli, tra cui l’ara giacinto, il pappagallo emblema del Pantanal, ma anche di centinaia di specie tra mammiferi e rettili quali jacarè (caimano) e scimmie, e molte specie endemiche e persino buffe come capibara, tapiri, formichieri, e altre ancora davvero speciali come la lontra gigante, il giaguaro e l’anaconda.
Il numero di animali avvistati è stato superiore ad ogni più rosea aspettativa.
Come essere finiti dentro ad un documentario!
È stato semplice muoverci con l’auto ed organizzarci giorno per giorno, momento per momento. Gli alberghi non sono molti, sono lussuosi e costosi e in alta stagione è meglio prenotarli con molto anticipo. Per fortuna esistono molte altre soluzioni nei numerosi ranch o pousada che s’incontrano lungo la strada. Tutti sono più o meno attrezzati per offrire alloggi semplici con – abbondantissime – colazioni e cene. Ognuna di queste strutture è ottimamente collegata con chi organizza escursioni a piedi, in barca o a cavallo: per riempire la giornata c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Oltre che dall’alto della Transpantaneira, abbiamo così avuto modo di osservare il Pantanal dalla barca (pagaiando lungo lagune e piccoli fiumi), da cavallo (penetrando la fitta selva) e infine a piedi, la nostra escursione preferita, in cerca del blu di un macao, o del becco di un tucano. Ogni escursione è stata resa speciale dalla guida, sempre molto appassionata e competente, capace di far vedere le cose coi suoi occhi, di trasmettere in poche ore l’esperienza di una intera vita a contatto con quell’ecosistema.
E veniamo alla escursione top. Per vedere il giaguaro siamo partiti prima del tramonto. In quei lunghi momenti tra luce e buio è più semplice avvistarne uno mentre si abbevera prima di iniziare la sua caccia notturna. Il tour è stato breve, ma emozionantissimo perché si sale e scende con la canoa un appartato corso d’acqua sperando di avere successo.
Non si parla e quasi non si fiata mentre si respira lentamente, e ci si guarda attentamente attorno per non farsi cogliere impreparati e imprimere negli occhi e nell’anima la visione di quel felino. Non sempre l’avvistamento riesce, e infatti a noi non è riuscito, ma ogni minuto in quel contesto così magico è stato vissuto intensamente.
Chi dispone di tempo, non può mancare di completare la visita del Pantanal con la Chapada dos Guimaraes, un altopiano roccioso con scorci molto belli e una ricca flora di orchidee spontanee.
La meta più in del momento è invece Bonito, che vanta una serie infinita di candidi luoghi di balneazione con acque cristalline. Da Campo Grande vi sono pullman che conducono a Bonito in circa 4 ore (312 chilometri), ma la sua stagione migliore va da dicembre a marzo, quindi in contrasto con i mesi migliori per percorrere la Transpantaneira. Ma soprattutto Bonito è la meta più cara del Pantanal: l’accesso è a numero chiuso e le sue strutture ricettive sono tutte di altissimo livello.