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Visita a Dublino: metropoli con sorpresa

Una visita a Dublino, pur rivoluzionata in usi, costumi e urbanistica dal turbocapitalismo del nuovo millennio, rimane ancora una delle più belle esperienze nelle capitali europee…

Secondo la maggior parte dei commenti uditi e letti, Dublino (dal celtico “Dubh Linn”, ovvero “pozza nera”), è una delle capitali europee più piacevoli e vivibili. Sono quindi molto curioso quando arrivo, dopo avere goduto un paese dai paesaggi infiniti di mare e verde sotto un cielo sempre limpido, che però mi ha flagellato senza requie appena il giorno prima, nella mia ultima – avventurosa davvero! – escursione sulle Vie del Kerry.

E si vede! Nonostante la temperatura frizzante di inizio primavera, indosso un paio di infradito e tutto quel poco che, di asciutto, ho rimasto. Le scarpe e il giubbotto, fradici di pioggia, appesantiscono il mio zaino.

Il divario di usi e costumi col resto dell’Irlanda appare subito notevole. L’impatto è quello di una grande città: traffico, smog e folle che corrono. Le donne in carriera corrono nei loro tailleur e scarpette ai piedi, quelle eleganti in una sporta di carta griffata. Come tutti i dublinesi, imparo subito ad attraversare col semaforo pedonale rosso. Ad attendere il verde ci si invecchia per strada…

È questo il risultato nell’abbracciare completamente le nuove tecnologie, il turbocapitalismo?

Attraverso invisibile i quartieri dello shopping e degli affari di Grafton Street (dove si apprende perché i dublinesi accostino alla cavolo capi di abbigliamento, tessuti e colori: copiano quel che vedono nelle vetrine, anche quelle dei brand italiani più trendy) che va ad incrociare la lunga e O’Connel Street a 4 corsie, nel cui mezzo avveniristici bici-taxi attendono passeggeri di sicuro facoltosi.

Sugli immacolati marciapiedi, le prime fragole della stagione sono sapientemente esposte per la vendita su carrozzine da neonati d’antiquariato. Mi fermo al mio alloggio, un ostello che avrei abbandonato il giorno seguente (troppa la confusione ad ogni ora del giorno e della notte) in favore di un B&B che troverò nelle vicinanze della stazione dei bus. Giusto il tempo per mollare i bagagli e riparto.

Per allontanarmi dal traffico, ho provato a seguire il fiume Liftey fino al porto, ma un forte vento freddo mi ha presto dissuaso. Mi sono quindi diretto verso l’imperdibile Trinity College, storica università attraverso cui sono passati illustri premi Nobel, che tra l’altro custodisce il famoso Book of Kells. Non mi ha entusiasmato, così come sarebbe successo – in un giorno seguente – con la visita alla Guinness Storehouse, a parte la birra gustata sopra la terrazza panoramica sulla città.

Dublino la si percorre a piedi: non servono i mezzi pubblici per raggiungere tutti i maggiori luoghi d’interesse. Il Dublin Castle mi ha invece suscitato grandi emozioni grazie alla mostra sui manoscritti antichi allestita alla Chester Beatty Library: non mi sarei mai aspettato di leggere parole scritte – tutte a tema evangelico – con quasi 2000 anni di vita! Poco lontano ho ammirato la Saint Christ’s Church in austero stile normanno.

Se volete visitare qualcosa di alternativo, consiglio il Museo di storia e preistoria all’interno del National Museum : notevole – per dimensioni e stato di conservazione – l’imbarcazione lacustre del 2000 a.C., il pezzo migliore dell’esposizione. Bella anche la sezione dedicata alle mummie d’Irlanda.

La parte più signorile e raffinata di Dublino è quella di epoca georgiana, che si è sviluppata attorno ai parchi di St. Stephen’s Green e di Merrion Square… Dentro cigni, papere, ninfee, ruscelletti, laghetti, fontane e salici piangenti… fuori vie e case che sembrano emergere direttamente da inizio 900. Nell’insieme una vera oasi di pace in cui si riesce a scambiare due parole coi locali.

Così ho cominciato a trovare un po’ la città così ben descritta da Joyce.

Dublino diventa davvero speciale nei pub e nel quartiere di Temple Bar, animato dalle 17 alle 21 (oltre non so). Il fulcro principale è la Meeting House Square, una piazzetta dove si trovano sempre qualche artista di strada che si esibisce. Non si può immaginare qualche cosa di più lontano e diverso dai quartieri del centro, che si stendono esattamente sul lato opposto del fiume Liftey, a meno di 5 minuti a piedi!

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