
Ma i blog sono una buona cosa?
Mi è tornato in mente questa parte del mio sito ufficiale come scrittore, che scrittore non sono o, meglio, non sono ancora riconosciuto come tale, e ne sono anzi distantissimo, mentre guardavo il film Julie&Julia, divertente passatempo di un paio d’ore, con le necessarie pause caffè/gelato.
Il film è incentrato attorno a una blog-avventura che la protagonista decide di intraprendere per trovare qualcosa di più a cui aggrapparsi in un momento non proprio felice della sua vita, che pure non era – a mio avviso – niente male. Ma in lei covavano esigenze non coltivate da scrittrice, che il successo del blog riuscirà poi ad accontentare, rispettando il copione del lieto fine.
Inultile dire che la storiella, data per vera, ha pungolato le mie fisse da scrittore, ormai da tempo accantonate perché gli impegni sono sempre tanti, perché il mio lavoro è un altro e mi impegna molto davanti al computer. Normale, no?, preferire svagarsi all’aria aperta piuttosto che illetargirsi davanti ad un monitor al plasma…
Per questo, anche se da ormai 2 anni ho questo sito/blog, non lo sto sfruttando come meriterebbe, e nemmeno ho mai avuto il pensiero di farlo… L’ultimo articolo, vedo, risale al 29 novembre 08, un bel pezzo devo dire a rileggerlo ora.
Ma vengo all’oggi e al titoli di questo pezzo. E rispondo Sì!, i blog sono una buona cosa a patto che realizzino una di queste due condizioni:
– siano utili a chi legge;
– oppure siano utili a chi li scrive.
Beh, abbastanza scontato, ma allora come mai questa proliferazione su web di blog che servono solo a riempire d’aria la bocca?
Quanto alla seconda utilità, a tutto mi riferisco fuorché a quella più terra-terra cui molti penserebbero: soldi. E nemmeno a quel tipo di utilità che nel mio caso si traduce come “fare tam tam per le mie aspirazioni da scrittore”.
L’utile deve essere la propria contentezza, soddisfazione, serenità, la ricerca della condivisione come cura di mali veri o presunti.
Un bravo chi le realizza entrambe: utile agli altri e a se stesso 🙂
Non è più mia intenzione parlare di politica. Già in troppi lo fanno, e male. Mi sono inoltre fatto l’opinione che in questo marasma mefitico (ci sarà davvero da turarsi il naso per andare a votare a queste amministrative regionali-proivinciali-comunali, tuttavia è bene andarci, su questo non ci piove) non c’è proprio nessuno, ZERO assoluto, che merita la mia preferenza.
Non parlerò nemmeno delle grandi questioni del mondo. Tanti miei articoli ne parlano e mi ripeterei soltanto.
Mi piacerebbe invece molto parlare delle quotidianità, con ironia,anzi autoironia visto che in questi ultimi anni ho proprio scoperto di amare le mie gaffe, le figuracce come direbbero altri, che colleziono con piacere, e che anzi racconto senza problemi avendo così scoperto che tutti gli amici che ho la fortuna di frequentare, a loro volta fanno lo stesso con me.
Eh sì, questo angolo informale ci voleva proprio.
Basta con le cose troppo serie.
Basta trasformare il più sciocco dei problemi in questioni di vita o di morte.
E basta soprattutto considerarsi “il più” di tutti, che questo mondo non certo godibile è stato costruito in questa maniera, perché tutti hanno fatto e soprattutto stanno facendo la loro parte di sboroni che tutto sanno meno di non sapere.
Che bella la leggerezza, il prendersi in giro…
E qua a là non potrò non parlare di questo mondo lavorativo su internet, e di come andrebbe usato internet per il proprio lavoro, due argomenti che conosco bene visto che sono – sebbene sia ormai antidiluviano per i tempi del web – uno dei primi a credere di potere lavorare con un pc, un collegamento e una passione, nel mio caso i viaggi…
Scritto 22/03/2010
Islam=Fondamentalismo: vero o falso?
