Genere: Racconti, Gialli, Mystery. Pagine: 294. 1^ Edizione ottobre 2024.
Uscito l’attesissimo sequel di “10 Musei 10 Gialli”, giunto alla IV ristampa in soli sei mesi.
Gli autori affermati Ilario Giannini Fabio Rennani Claudia Proietti , le arrembanti Angela Caputo Tea Vergani Laura Parise Elena Andreotti, i talentuosi Alessandro Stringa Fabrizio Zagarella Claudio Montalti al servizio di una sola missione: impaurirvi!
I racconti di “10 Chiese 10 Gialli: Crimini & Delitti” sono ambientati in chiese e monasteri, scenari unici, dove ogni omicidio è un enigma da risolvere, una storia cui appassionarsi.
Se la location scelta si prestava meglio a “scandalizzare”, è anche vero che la Chiesa come luogo è più complicata da inserire nella produzione di un racconto giallo, che tra le sue peculiarità deve avere la sintesi, senza per questo perdere l’occasione di dare un messaggio al lettore.
Ci sono racconti ben costruiti. Ci sono racconti che affrontano tematiche importanti come l’aborto, o la frode. Ci sono racconti che declamano la Storia e i Luoghi come piccoli vangeli. Ci sono infine racconti più leggeri, per tirare un po’ il fiato tra un cadavere e la caccia a un crudele serial killer.
Ogni racconto ha la dimensione giusta per essere iniziato e finito in un post cena, prima di prendere sonno, sul mezzo pubblico mentre si va al lavoro o a scuola.
Il mio giallo, “Un anno mirabile” è ambientato nella Cesena del 1502. Mischio fatti storici e personaggi realmente esistiti in una atmosfera davvero magica, un lungo racconto che susciterà più di una sorpresa.
COME INIZIA IL MIO RACCONTO “UN ANNO MIRABILE“
La luce era greve sul far della sera, piombata prima del solito sulla laboriosa Cesena a causa delle nubi temporalesche giunte veloci da oriente. Il gelo e la minaccia di neve a metà novembre spingevano i pochi ancora in giro ad affrettarsi verso casa e il tepore di un focolare.
Dopo le feste della vendemmia e dei santi, era già iniziato il lungo periodo freddo e buio che nessun uomo o donna, giovane o in là con gli anni, poteva apprezzare. I campi sarebbero piombati in letargo e così le genti. Solo il Carnevale, cui mancava ancora molto tempo, avrebbe riportato un po’ di allegria nelle giornate di Cesena. Ma gli ultimi mesi di quell’anno sarebbero stati diversi, esattamente come quelli che li avevano preceduti.
Nella grande Chiesa di San Francesco, annessa al monastero, frate Arnaldo si stava occupando velocemente dei suoi compiti di fine giornata, di prelevare le poche offerte, spegnere tutti i ceri non indispensabili e controllare le chiusure di porte e tabernacoli. Pregando che nessuna anima smarrita si presentasse all’improvviso necessitando dei suoi servigi, si muoveva in fretta lungo la navata.
Era in grave ritardo per la cena. Il buio divenne sempre più pesto fino ad essere quasi tangibile man mano che spegneva i ceri. Il silenzio assoluto era bucato solo dal suo respiro lievemente affannato e dallo strano rumore che la suola del sandalo destro, scollata, produceva sui larghi mattoni di cotto della pavimentazione, in tutto simile a uno sciaguattare di piede nell’acqua delle pozzanghere. Nell’affrettarsi, egli non si accorse dell’ombra che velocemente gli giunse alle spalle non appena oltrepassò la penultima colonna che segnava uno dei lati dell’ampia abside poligonale che caratterizzava quella chiesa, e la sua vita si spense esattamente come la fiammella cui aveva appena dato lo stesso destino…
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